Una lenta discesa

Ciao a tutti!

Per iniziare voglio dirvi due cose: prima di tutto scusate se sono un po' lenta ad aggiornare e scrivere, qui vivo le cose con normalità, e normalmente non racconto a tutti quello che mi succede nella settimana! Devo abituarmi a condividere questa nuova e diversa quotidianità!
Poi, ringrazio chi sta seguendo questo blog, perchè vuol dire che sta seguendo con affetto i miei passi e che soprattutto è interessato alla realtà che pian piano scopriremo insieme!

Molti mi chiedono cosa sto facendo...sinteticamente sto accogliendo quello che ogni giorno mi porta.
Ci sono giorni in cui seguo Miriam nel suo ufficio, nucleo di raccolta delle programmazioni delle attività pastorali. Potrà sembrare noioso, invece per me è interessante: ho la possibilità di vedere a livello teorico (che però viene concretamente vissuto) molti progetti esistenti nella Diocesi di Lurìn, appartenente al cono sud di Lima.

Oltre a questo, io e Miriam siamo sempre in giro per le strade, camminando o muovendoci con le "combi" o i "mototaxi" che sfrecciano nella giungla stradale di questa periferia. Una cosa è certa: io qui non guiderò mai!!!
Stiamo incontrando famiglie, o meglio, io seguo Miriam nei suoi incontri in casa di diverse persone che non vedono l'ora di parlare un po' con lei. Io silenziosamente ascolto, a volte con un po' di imbarazzo ben nascosto, quello che le persone vogliono dire. E ascolto come Miriam parla a queste persone, rimanendo sempre colpita dalla speranza e dalla vicinanza che comunica con le sue parole, con i suoi gesti e con il suo viso: improvvisamente si apre un sorriso e si illuminano gli occhi, anche se solo per un istante, della persona con cui sta parlando, come se volesse dire "grazie, so che almeno su di te posso contare, che mi sei vicino".

Mi sembra che qui le persone abbiano bisogno di tante cose, però tra le più importanti e più immediate che possiamo offrire c'è la vicinanza.
Così ritorno a quello che ho appreso in questi anni all'Arca, vissuto con i miei amici della comunità L'Arcobaleno e letto nei libri di Jean Vanier:


"Non cercare la compagnia dei potenti, 
ma scendi la scala e fatti incontro ai più poveri; 
non anzitutto per fare qualcosa per essi, 
o per la fierezza di aver fatto un po' di bene, 
ma semplicemente per incontrarli, 
per entrare in comunione con essi, 
per fare amicizia con loro.

Ecco il segreto: 
se diventi l'amico dei poveri, 
sarai benedetto da Dio." 
(J.Vanier, La sorgente delle lacrime p. 59)

Vi dico la verità, non so dove mi porterà questa "discesa" che sento di aver cominciato e di cui sono molto felice: quando ero a casa mia sentivo che venendo qua avrei vissuto esattamente questo "scendere le scale" per avvicinarmi a chi vive la realtà in cui mi trovo ora con persone più povere.
Oggi, stando qui, chiedo al Signore la volontà, la disponibilità, la forza, la docilità e la fede di sapermi avvicinare non solo fisicamente ma soprattutto con il cuore a queste persone. Che sia capace di comunicargli qualcosa di positivo. Mi do tempo, credo che anche Dio sappia che ci vuole tempo per scendere le scale, un gradino alla volta. Mi dà tempo anche per convincermi e farmi capire che queste persone hanno bisogno della speranza di Cristo, vissuto e sentito nella loro propria vita. Proprio per questo mistero di Cristo che si è fatto carne nei più fragili, saranno loro a farmi capire qual è la cosa che più conta, al di là di ogni condizione umana in cui ci troviamo. Credo di sapere di cosa si tratta, ma la discesa la vedo come una conversione - gradino per gradino, incontro dopo incontro - lenta ma costante.

Volevo raccontarvi altre cose inizialmente, ma mi è uscita questea riflessione!
Prometto che nei prossimi post vi racconto dove sono stata, andando su per i "cerros" - le colline che caratterizzano il panorama di Lima - e scendono un po' le scale...vedrete!

Un abbraccio a tutti
Giovi





Commenti

  1. Risposte
    1. Ciao Giogia! Letta questa tua condivisione, come al solito profonda e ricca di umanità...Grazie! Se ci sei oggi pome ci si può sentire su Skype...

      Giacomo

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  2. Grazie Giovanna, per la riflessione cosi profonda. E´ vero, per capire la nostra gente, quello che vive ogni giorno, le fatiche, i sogni, i fracassi, le conquiste,le disfatte, la poverta, bisogna "scendere lentamente" e camminare sulle loro strade. Si capiscono tante cose. La tua riflessione, la tua vita, l´esperienza che stai faendo tra di noi, mi hanno fatto pensare nel Vangelo di oggi. Te lo scrivo in Castillano "Les dijo que no tomaran nada para el camino, excepto un bastón. Ni pan, ni moral, ni dinero consigo. Que llevaran sandalias, pero no dos túnicas. " (Mc 6, 8-9). Camminiamo per le stesse strade.

    Gianni Soro

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  3. Che bel post Gio. "Non so dove mi porterà questa "discesa" che sento di aver cominciato e di cui sono molto felice: quando ero a casa mia sentivo che venendo qua avrei vissuto esattamente questo "scendere le scale" per avvicinarmi a chi vive la realtà in cui mi trovo ora con persone più povere." Sono contenta che tu sia felice. :) Un abbraccio
    La Bebs

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  4. Grazie Gianni per il tuo commento ma soprattutto per il tuo esempio in carne ed ossa.

    Beba! CIAO :) grazie, allora anche qualcuno di voi segue il blog, mi fa piacere!
    Un abbraccio grande a te e a tutti gli altri!!!!

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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