Con l'augurio di una fede viva e sporca

Corona Santa Rosa (Tablada di Lurin) è un cerro che mi è molto caro, se si potesse lo definirei "il mio cerro". Qui le più strette relazioni con le persone del popolo. Qui continuerò a tornare.

Casa Hogar "Sembrando Esperanza" festeggiando l'arrivo del Natale con canti e balli. Una volta accoglievano solo ragazzi di strada con malattie respiratorie come TBC, oggi accolgono anziani, adulti, ragazze, con disabilità o problemi psichiatrici o semplicemente logorati da una vita di abbandono e di strada. Qui, nonostante lo sporco e la puzza, la mia più bella Messa da quando sono arrivata.

Lei è Pilar, una signora che non conoscevo e che ha sempre vissuto in strada ma che mi ha detto, con un po' di nostalgia e di felicità allo stesso tempo, che ora la sua casa è qui. Porta i segni di una vita distrutta, il corpo bruciato. Qui le direbbero che è "loquita", vista la cultura pressochè inesistente verso le persone con problemi psichiatrici o mentali. Sono stata accanto a lei tutta la Messa mentre ogni tanto mi prendeva la mano,  mi sorrideva e mi raccontava della sua vita.

E questa piccola è parte del futuro di questo popolo e di fronte a lei e ad altri bambini mi ripeto sempre: "cosa si può fare"? Non cerco soluzioni affrettate, ma il modo più saggio e giusto di riempire i vuoti di educazione che questo Stato lascia nei suoi cittadini, specialmente e soprattutto per chi non ha niente, ovvero una parte gigantesca, nonostante le statistiche dicano altro...


Questa è la sintesi fotografica della mia domenica scorsa, la prima di una lunga serie!
Ero partita pensando di scrivervi "sul colore grigio - riflessioni di un mese di scuola" ma mi è ricapitata sotto gli occhi una riflessione scritta poco prima di partire. Non aveva titolo, ma glielo metterò adesso. Leggendo, potrete chiedervi cosa centri poi il Paradiso col Natale? Forse che uno è la fine e l'altro è l'inizio? E' l'unica cosa che mi viene in mente...ognuno lo interpreti come vuole!
Fatto sta che tra 4 giorni è Natale e a me non sembra, qui è estate, fa caldo, gli alberi sanno di plastica e non di resina. L'atmosfera non aiuta e io ho già dimenticato quelle belle parole che aveva detto il sacerdote durante l'omelia di domenica scorsa.
Ma sicuramente avevano a che fare con il fare spazio al Dio che viene, quello che noi immaginiamo come un bambino biondo e candido. Io mi auguro di accogliere la gioia di una nascita, di un bambino vivo e sporco, così come la sua fede che verrà. Perchè è solo sporcandosi le mani con gli ultimi della terra che potremo accogliere una Luce più grande.


La fede che verrà, viva e sporca
Quando ci penso, a questa strana entità, che è il Paradiso, non me lo immagino con un bel prato fiorito, luccicante, luminoso, etereo. 
Dio è troppo umano per prepararci qualcosa di così inconsistente. 
Quando ci penso, non troppo spesso, al Paradiso, mi immagino solo che tutti noi saremo in una condizione di vivere Relazioni Pure.  
L'anima sarà candida, saprà vedere solo la verità. 
Dio è troppo divino per non prepararci così tanta grandezza.
Mi immagino i più poveri, le prostitute, i senza tetto, i rifiutati, gli handicappati e anche i drogati, tutti limpidi. Le loro cicatrici, tutte sanate, i loro volti, tutti in pace.
Loro ci accoglieranno! Loro! I preferiti di Dio! 
E noi? O potremo andargli incontro con sguardo limpido, ma sconosciuto. 
Oppure, potremo correre verso di loro e  finalmente riabbracciarli, sentendoci dire "Bentornati!". 

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