Un insolito e nuovo inizio

Oggi è un giorno di sole a La Molina, sole caldo e vento fresco.
Un giorno di riposo non voluto e ne approfitto per riflettere.
Uno di quei momenti vuoti in cui poter guardarsi dentro ed intorno.
Sono arrivata a Lima da due settimane esatte, mi hanno fatto piombare nel posto di lavoro e dopo un primo corto weekend di ripresa dal fuso ho iniziato una quotidianità completamente diversa da ogni altra che ho vissuto fin'ora, sia altrove che qui a Lima. Ad accogliermi questa volta c'è stato l'altro volto della città conosciuta nei precedenti anni. Uno dei tanti volti di questa grande metropoli.
Sono in un distretto in cui le strade sono perfettamente asfaltate, le aiuole verdi e con alberi rigogliosi, le macchine sono perlopiù dei suv in stile americano, e per le strade si vedono un po' più di gringos e un po' meno cholos, come usano dire qui.
Faccia da appena atterrata
Mi trovo in una casa di studenti internazionali ai piedi di un cerro - vuoto e polveroso - perchè dall'Hotel offerto dalla scuola sono andata via dopo due/tre giorni. Un rapido calcolo di quello che voleva dire fare pranzo e cena fuori tutti i giorni da queste parti e ho tirato le somme: in questa zona di Lima si spende circa come da noi in Italia quindi avrei preferito pagare meno per una stanza e avere la possibilità di cucinare e condividere il poco tempo libero con qualcuno intorno a me.
Sono in un Paese in cui i diritti all'educazione-istruzione e alla salute-sanità sono diventati un privilegio: se vuoi qualcosa di qualità tra questi due, devi avere i soldi e pagare lautamente.
La scuola in cui lavorerò, si sa, è esclusivamente per chi ha la possibilità di pagarsela. Qui il fattore economico marca grandi differenze sociali. Scontato, verrebbe da dire, invece mi piacerebbe pensare che non lo fosse: le differenze potrebbero divenire fonte di crescita e trasformarsi in risorsa se venissero integrate, invece ad ognuno piace arroccarsi nel suo status di povero da una parte e di ricco dall'altra. Come se non potesse esistere un punto di incontro.
E così io mi trovo con i piedi da una parte ed il cuore dall'altra.
Lo stile di vita che potrei avere con il mio attuale lavoro mi potrebbe portare ad accomodarmi, ma non so se è quello che voglio. Credo di no. Guardo il mio anello nero di Tucum - simbolo di alleanza con i più poveri - mentre sto vivendo da questa parte del muro (sì, c'è proprio un muro di 10 kilometri, date un'occhiata Muro separa la ciudad).
C'è bisogno di trovare un equilibrio, quando non si riesce o non si vuole fare una scelta drastica, tipo di una vita povera tra i poveri come qualcuno fa.
Il mio equilibrio avrà bisogno di molto tempo per essere trovato. Rimangono piccole possibilità di scelta che mi fanno vivere in comunione con coloro per i quali sono approdata in terra peruviana: nel cammino di ricerca di una strada per far avanzare il mio piccolo grande sogno, è tempo di guardare alle piccole cose, che ti fanno sentire parte del popolo, preferenze, come prendere i mezzi pubblici per andare al lavoro, o prepararsi il cibo a casa, andare a far spesa nei mercati, dare il tempo alle relazioni e agli incontri, accogliere come sono stata accolta, abbandonarsi al presente. Non sempre è possibile, e nemmeno facile, ma ogni volta che posso ci voglio provare.
Imparare l'arte della pazienza e del custodire, che è la premessa del costruire. Come, quando, dove? Non lo so. Perchè questa tappa? Non lo so. Però è da vivere, come sono da vivere gli incontri, per quanto siano diversi.
Poi arrivano i fine settimana, in cui col mio zainetto mi sposto verso il sud di Lima, in famiglia con Miriam, aria di casa. Anche lì la situazione non è il massimo: Villa Maria del Triunfo, il distretto in cui i miei piedi hanno sempre camminato, è in uno stato di degrado a causa degli ultimi due o tre sindaci che sono stati mandati in carcere. Il risultati che posso vedere fin'ora sono stati un aumento della criminalità e un accumulo di rifiuti pessimo ed indescrivibile per le strade.
Questo mi provoca un immenso dispiacere, per loro, ma poi anche per me, perchè implica che girare da sola per certe zone sia diventato più pericoloso, sconsigliato. Dovrò trovare delle contro-misure perchè per me, non poter andare a trovare le persone che conosco tra i cerros, poter trascorrere con loro almeno metà giornata, è come togliermi la linfa, il soffio di vita che mi ha portato qua.
Per noi è molto strano e ci si sente intrappolati avere dei limiti di movimento, siamo abituati a spostarci comodamente come, quando e dove vogliamo. Qui devi imparare l'arte dell'umiltà. Non si può fare o avere tutto. Però insieme si può fare di più di quello che si fa da soli.
Incontrerò nel camminare qualcuno che abbia voglia di condividere il mio sogno? Qualcuno con cui costruire qualcosa? Quali strade si apriranno? Quanto dovrò attendere e come dovrò cercare?
Sono domande che lascio aperte e alla cui risposta mi abbandono con fiducia.

Frase presa dalla mia agenda 2019 - Paulo Coelho



Commenti

  1. Con i piedi da una parte ed il cuore dall'altra... missione di un'educatrice tra l'una e l'altra Lima. Mi piace come sguardi dentro ed intorno. E lo dici bene. Espero el proximo capitolo. Gracias y ànimo! "Camina con los pies en la tierra, pero teniendo la mirada y el corazón en el cielo ".

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    1. Entro questo weekend il prossimo capitolo! Un abbraccio Meri :)

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